Ogni anno ricevo centinaia di domande da ragazze che vogliono diventare wedding planner e che hanno un’impressione molto sbagliata di cosa sia realmente un matrimonio o un organizzatore di eventi.
Molti programmi televisivi e produzioni cinematografiche hanno contribuito a produrre dei falsi miti su quello che concerne questa professione e diffuso nell’ideale collettivo la percezione che una wedding planner non svolga un ruolo determinante nell’organizzazione di un evento.
La scelta di svolgere la professione di event planner comporta una serie di sacrifici ed un coinvolgimento emotivo non indifferente. Gli orari di lavoro sono molto flessibili ed estenuanti e non rispettano, spesso, quelli ordinari. Riconosco pero’ che esistono anche molti aspetti positivi legati a questo ambito lavorativo, elementi che alleviano la stanchezza e ti danno la grinta per fare sempre meglio. Ad esempio, l’emozione di vedere le persone soddisfatte nell’averti scelto, l’adrenalina del momento che precede l’inizio di in evento, e ancora, la possibilità di poter dare spazio alla propria creatività…
In questa circostanza, voglio raccontare la mia personale esperienza in modo scanzonato ma con totale trasparenza… I wedding planner subiscono degli attacchi di chiamate e messaggi privi di ogni senso logico a tutte le ore del giorno e della notte da clienti che hanno una concezione molto personale rispetto a ciò che è una reale emergenza. Camminiamo costantemente su un confine sottile che delimita le seguenti opzioni: spegnere i telefoni e renderci non disponibili e affrontare l’ira funesta di un cliente in preda l’isteria. Nei giorni che precedono un evento, come i medici, non possiamo mai risultare irreperibili.
Il giorno in cui si svolge un evento, il wedding planner si alza alle prime luci dell’alba dopo non aver dormito bene, perché costantemente in ansia per le condizioni atmosferiche e per eventuali imprevisti o dimenticanze dei fornitori…e questo solo per parlare del backstage.
Si presenta in location prima di tutti e supervisiona ogni dettaglio, dall’arredamento alla collocazione delle luci. Non se ne va fino a quando l’ultimo ospite non sia sparito, e i fornitori non abbiano percepito il loro compenso.
Il wedding planner deve fronteggiare tutti i fornitori coinvolti nell’organizzazione dell’evento e mediare in caso di malcontento da parte dei clienti, tutelandone cosi, la loro serenita’; ma non solo, suo malgrado potrebbe trovarsi coinvolto in incresciose situazioni con ospiti e parenti, circostanze da cui e’ indispensabile congedarsi nel modo più garbato e vittorioso possibile.
Il wedding planner trasporta con sé kit di backup di ogni tipo. La borsa d’emergenza pesa una tonnellata, eppure sembra che ci sia sempre qualcos’altro che potrebbe aggiungervi. Non si tratta solo di spille da balia e lacca per capelli: deve essere pronto a poter rimediare a qualsiasi dimenticanza che un fornitore potrebbe avere.
Mentre scrivo mi scappa un sorriso perché in fondo mi rendo conto che non esiste altro lavoro più entusiasmante del mio…